Percy Bysshe Shelley
1792-1822

L'esilio

Tormentato dai creditori, di salute cagionevole e “detestato dalla società”, Shelley si stabilì, nell’estate del 1818, definitivamente all’estero, in Italia. La sfortuna lo perseguitava: la figlia Clara morì a Venezia, il figlio William a Roma e Mary ebbe un esaurimento nervoso; ciò nonostante i dodici mesi, a partire dall’estate del 1819, videro la migliore e più varia produzione poetica di Shelley. 

 


P.B. Shelley nelle terme di Caracalla

 

Egli terminò il Prometeo Liberato, scrisse "Ode al Vento dell’Ovest", "La Maschera dell’Anarchia", il componimento satirico "Peter Bell Il Terzo", le sue lunghe odi politiche, "Alla Libertà" e "A Napoli", la "Lettera a Maria Gisbourne" e "La Strega di Atlante". Molte delle sue opere furono ispirate dalle notizie sugli eventi politici che ispirarono anche numerosi poemetti collerici di propaganda, tra i quali figurano "Canzone agli Uomini d’Inghilterra" e "Inghilterra 1819". Compose anche vari pezzi di lirica pura tra i quali "All’Allodola" e "Alla Nuvola".